Secondo i dati Oms, ogni giorno nel mondo circa 1000 donne muoiono per case legate alla gravidanza o al parto e, ogni anno, più di otto milioni di bambini nei Paesi a basso e medio reddito muoiono prima di aver raggiunto i cinque anni di età. L’Organizzazione mondiale della sanità parla chiaro: la salute materno-infantile è un tema di enorme importanza sanitaria e richiede investimenti, progetti, energie e impegno, rappresentando una componente fondamentale della salute pubblica delle popolazioni umane.
Negli ultimi 40 anni, in Italia e in molti Paesi a economia avanzata si sono verificati notevoli cambiamenti nell’area della salute riproduttiva: la natalità è diminuita drasticamente e contemporaneamente si è avuto un graduale aumento della diffusione delle conoscenze e dell’uso dei metodi anticoncezionali.
Le complicanze della gravidanza sono problemi che si presentano unicamente durante la gravidanza stessa. Possono interessare la donna, il feto o entrambi e possono insorgere in diversi momenti nel corso della gravidanza. Tuttavia, la maggior parte delle complicanze della gravidanza può essere trattata in maniera efficace. La morte in utero aumenta il rischio di morte del feto in successive gravidanze. Se il feto muore negli ultimi stadi della gravidanza o in prossimità del termine, ma rimane nell’utero per settimane, si può sviluppare un disturbo della coagulazione che provoca sanguinamento grave.
La linea di ricerca sulla terapia intensiva neonatale si propone di studiare le relazioni tra inquinamento ambientale, complicanze materno-fetali e neonatali, coinvolgendo risorse e strutture in ambito sanitario e universitario. Le principali patologie del neonato quali la prematurità, l’asfissia perinatale e le malformazioni congenite, rappresentano infatti nelle nazioni sviluppate un importante problema medico ad alta ricaduta sociale ed economica.
Si segnala ad esempio la recente attivazione di uno studio clinico volto a identificare gli interferenti endocrini (ricercati nel latte materno, sangue materno e sangue cordonale) in diverse aree della provincia di Alessandria, nonché a evidenziare eventuali correlazioni tra presenza e livelli di interferenti endocrini nei campioni raccolti e patologie perinatali (aborti, prematurità, anomalie endocrino-metaboliche, iposviluppo, malformazioni congenite).
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