La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una comune malattia, prevenibile e trattabile, caratterizzata da persistenti sintomi respiratori e limitazione al flusso aereo, dovuto ad anomalie delle vie respiratorie, e solitamente è causata da una significativa esposizione a particelle nocive o gas. I sintomi respiratori più comuni comprendono la dispnea, la tosse e/o la produzione di catarro, tutti sintomi che quindi possono essere sottovalutati dal paziente. Il principale fattore di rischio per la BPCO è il fumo di sigaretta inalato, ma possono contribuire altre esposizioni ambientali come quella al fumo di biocombustibili e all’inquinamento atmosferico.
La linea di ricerca sulle patologie ambientali recepisce le esigenze del territorio di creare all’interno del presidio sanitario un’area specializzata sulle patologie di origine ambientale. Sempre più si va chiarendo che i nuovi problemi ambientali che emergono sono strettamente connessi a problematiche sanitarie. Secondo l’OMS oggi nel mondo i decessi dovuti a patologie correlate all’ambiente rappresentano il 24% del totale, mentre per quanto riguarda l’Italia i dati indicano che la percentuale del carico delle malattie attribuibili a cause ambientali è del 14%, per un totale di 91.000 morti all’anno, di cui 8.400 per inquinamento atmosferico. Un approccio multidisciplinare della ricerca sanitaria, cosiddetto One Health, che tenga conto del fatto che sono molti i benefici che la salubrità dell’ambiente porta alla nostra salute, è quindi imprescindibile. La complessità di lavorare sulla salute umana, senza disgiungerla da quella animale e ambientale riafferma come sia una priorità investire sulla ricerca biomedica e sanitaria pubblica.
Nell’ambito delle patologie ambientali, in particolare delle malattie infettive e delle zoonosi, è ormai indispensabile nella cura delle infezioni una gestione coordinata e multidisciplinare della terapia antimicrobica, sia per raggiungere risultati clinici ottimali, sia per ridurre al minimo la tossicità e i potenziali eventi avversi correlati ai farmaci, i costi sanitari, la durata della degenza, nonché per limitare la selezione di ceppi resistenti agli antimicrobici.
Il prerequisito fondamentale per sviluppare azioni di mitigazione dell’impatto ambientale sull’ecosistema microbico, sia a livello locale sia regionale o nazionale, è rappresentato dallo studio sistematico e coordinato degli aspetti elencati in contesto di ricerca e dallo studio della genetica dei microrganismi, delle loro mutazioni e dell’impatto sull’ambiente.
Si ricorda inoltre che all’interno dell’Azienda Ospedaliera è anche attivo il Centro Studi sulle Patologie Ambientali istituito a luglio 2020 come project group multidisciplinare e costituito da professionisti afferenti all’Ospedale di Alessandria, all’ASL AL, all’Istituto Ramazzini di Bologna e a Enti Universitari, tra cui l’Università del Piemonte Orientale.
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